Dal grande impianto della storia shakespiriana abbiamo tolto gli sponsali di Teseo e Ippolita, i popolani che devono provare uno spettacolo e di conseguenza l’asino di cui si innamora Titania.
Al loro posto abbiamo immaginato un gruppo di donne che, maltrattate dai loro uomini, in odio a tutto il sesso maschile decidono di votarsi ad Artemide cacciatrice. Lei che ha ucciso Atteone tramutandolo in cervo e facendolo sbranare dai suoi cani potrà aiutarle a disprezzare l’altro sesso e le sue profferte amorose.
Per questo si recano nel bosco in una notte di mezza estate per eseguire un rito propiziatorio, ma in quel bosco incappano in Puck, folletto birbante e burlone, che tramuta la bevanda che esse hanno consacrato ad Artemide in un filtro amoroso. Bevendo questo filtro, sono in grado di vedere fate, folletti, spiritelli. Vedono Oberon, si innamorano all’istante e lo inseguono per tutto il bosco.
Il resto della storia, rimane lo stesso: la fuga d’amore delle due coppie di innamorati, le peripezie dovute al filtro magico stillato dal fiore colpito dalla freccia di Cupido e la lite di Oberon e Titania per il possesso del bel paggetto; lite che costa agli umani devastazione e morte. Infine all’alba ogni screzio si ricompone e la realtà dissolve le traversie della notte di sogni.