U N’S’È MAI SAVÙ
(che Garibaldi l’è pasê nẽch dala Côsna)
tre atti dialettali di L.A. Mazzoni
 
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personaggi
MARIANA
PIO
TONI DE BORGH
POCAVOIA
CLARICE
SABETA
LUZINA
VAPENSIERO
PIDARIOL
EMMA
PIRENA
MINGAIA
GIGET
SURGHET
SBRAGÕ
 
 
interpreti
Rita Gallegati
Silvano Tambini
Walter Gaudenzi
Mario Gurioli
Virginia Samorini
Antonietta Bagnara
Maria Nives Visani
Pier Gianni Samorini
Stefano Peroni
Beatrice Leonardi
Doriano Melandri
Giuliano Bettoli
Primo Fabbioni
Alan Barnabè
Gianni Malavolti
 

sabato 28 febbraio 2004
domenica 29 febbraio 2004
sabato 6 marzo 2004
domenica 7 marzo 2004
sabato 13 marzo 2004
domenica 14 marzo 2004
sabato 6 novembre 2004
domenica 7 novembre 2004
sabato 13 novembre 2004
domenica 14 novembre 2004

Scene: Pier Lodovico Massari
Regia: Luigi Antonio Mazzoni
 
 
Teatro dei Filodrammatici 14/02/2004
riprese filmate Francesco Minarini
     
 
 
         
                     
     
 
La trafila garibaldina è piena di colpi di scena come in un film d’azione. Noi ne abbiamo immaginato uno che, verosimilmente accaduto, non è mai stato raccontato dai protagonisti. Garibaldi nella sera tra il 14 e 15 agosto 1849, aiutato da Pio Cicognani, Antonio Plazzi, Pietro Ortolani, Carlo Capaccini e diversi altri repubblicani, passò di nascosto ai papalini e alle spie austroungariche, da Ravenna a Forlì. Una spia intercetta Pio Cicognani alla Cosina e lo sorveglia…

Quasi in ogni città italiana si può trovare una lapide su cui sta scritto: “ Giuseppe Garibaldi è passato di qua”. Sembra che il condottiero nella sua romantica e avventurosa vita, non abbia fatto altro che transitare di città in città per lasciarvi un segno del suo passaggio. Eppure è vero che l’Eroe dei Due Mondi ha percorso più volte la penisola. E’passato anche da noi, in Romagna, la prima volta nel 1849...

   
Ai primi di luglio, dopo la caduta della Repubblica Romana, Garibaldi è in fuga verso il settentrione d’Italia incalzato dalle truppe francesi accorse in aiuto di Pio IX . La sua armata piano piano si sfalda. Ai primi d’agosto Garibaldi, braccato dagli austriaci, si rifugia a San Marino. Scioglie ciò che gli resta della truppa e imbarcatosi con pochi volontari da Cesenatico cerca di raggiungere Venezia.Ma in mare aperto è contrastato da alcune navi da guerra ed è costretto a prendere terra nelle valli di Comacchio, a Magnavacca. Inizia qui quella che ormai e nota a tutti come “trafila garibaldina”. I patrioti di Romagna, gli erigono a protezione una cortina fatta di luoghi nascosti, di uomini fidati, di spostamenti mirati e lo sottraggono alla polizia austroungarica e papalina.In quei giorni esaltanti e drammatici Garibaldi perde la moglie Anita. La sera del 14 agosto dopo essere stato nascosto nel ravennate per circa dieci giorni , Garibaldi aiutato da numerosi patrioti si sposta da Ravenna a Forlì.
 
 
La Romagna, dopo l’euforia del ‘48 e della raggiunta libertà, soffre ora la riconquista delle sue città da parte delle truppe austroungariche e il ripristino dello Stato Pontificio. Gli austriaci sono a Faenza e a Forlì il 19 maggio 1849. Nel giugno dello stesso anno viene promulgata la “legge stataria” che - fra l’altro - commina la fucilazione per direttissima a chi detiene armi da fuoco o da taglio, anche se per scopo difensivo. La sicurezza e l’ordine nei territori pontifici, è assicurata dalla Guardia Civica istituita da Pio IX nel luglio del 1847. Una truppa eteregonea, male vestita e male armata. Tutto ciò naturalmente facilita il compito ai briganti i quali, armati di tutto punto, in barba alla legge e in bande sempre più numerose, assaltano case di città o di campagna certi di non trovare resistenza apprezzabile e si spingono fino a sequestrare intere cittadine.Tra di loro comincia ad affermarsi la figura inquietante di Stefano Pelloni il Passatore, detto anche Stuvanè Malandri. Egli ha già compiuto numerose “imprese” e assaltato Bagnara nel febbraio del ‘49 .