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LE DONNE DI TROIA
e di tutti i paesi del mondo
(liberamente tratto da Omero ed Euripide)

Saggio-spettacolo del laboratorio teatrale “Ti piace recitare”

 
STAG08/09  
LABORATORI
REPERTORIO 9
REPERTORIO I/O  
 
 
 
personaggi
 

Donna
Epeo
Andromaca
Nutrice
Donna
Donna stuprata
Donna e Serpente
Donna stuprata
Donna
Cassandra
Lacoonte e Regista
Athena
Ecuba
Toante
Elena
Poseidone
Donna e Serpente
Taltibio
Donna stuprata
Menelao

 
interpreti

Daniela Balella
Andrea Bandini *
Elena Bandini
Chiara Bisi
Francesca Cattani
Laura Coraci
Rita De Santis *
Simonetta Naldi*
Giulietta Nanni *
Lorena Plazzi
Daniele Porisini
Cinzia Pileggi
Orietta Pozzaglini
Fabio Sgubbi
Olesia Stratin *
Antonio Treglia *
Sara Turchi
Lorenzo Visani
Claudia Zanotti
Filippo Zauli

 

sabato 2 maggio 2009
domenica 3 maggio 2009
mercoledì 1 luglio 2009**
**a Villa Emaldi - Faenza

* attori assenti a Villa Emaldi

Maschere: Daniela Balella, Claudia Zanotti
Realizzazione video: Filippo Zoli
Musiche: Fabio Ferrucci, Daniele Porisini
Scenografia: Elena Bandini
Realizzazione scenografiche:
A. Bandini, E. Bandini, Pier Gianni Samorini
Costumi: F. Ascari, S. Naldi, Gianna Benericetti
Trucco: Barbara Solaroli
Tecnici luci-audio-video: Alessandro Cricca
Claudio Mingazzini, Emanuele Plazzi
Aiuto regista: Francesca Ascari
Regia: Daniele Porisini

 
 
Teatro dei Filodrammatici 02/05/2009
riprese filmate Francesco Minarini
 
 
 

L’Iliade di Omero è un poema di guerra, è fatto dagli uomini e a parlare sono i vincitori ed è in qualche modo il grande prologo delle Troiane di Euripide.
Se Euripide affida alle donne, coralmente, la necessità della lettura della Storia, nella nostra messinscena sono proprio esse a mantenere il tono tragico, in contrapposizione a quello più naturale e sciolto degli uomini.
Le Donne di Troia è un coro di donne piangenti.
Le Donne di Troia sono una lamentazione, l’elaborazione di un lutto. Una tragedia senza azione, un’epopea rovesciata dove tutto è già avvenuto e non resta che un’elegia funebre ed ancestrale.
Il canto di una comunità di persone che non valgono più nulla di fronte alla storia.
Uno spettacolo che sfida il dolore, sofferenza e tormento.
Pur non volendone cercare <una forzata attualità> è inevitabile che essa si imponga. Perché di dolori di madri e di figli, di barbarie contemporanee e di lacerazioni di più popoli, parla questo spettacolo.
E’ il tentativo di dare voce ai dolori più grandi, alla violenza più insensata, allo stupro, alla strage, ai palazzi che saltano in aria, alle torture, alle esecuzioni sommarie che purtroppo sono la voce di questi nostri tempi malati.
La femminilità è l’elemento dominante dello spettacolo: emergono in primo piano le figure di Andromaca, Ecuba, Cassandra che, pur costrette a sottomettersi a un destino crudele, non rinunciano tuttavia alla loro fierezza, non piegano il capo di fronte alla crudeltà dei greci e denunciano con parole frementi di sdegno gli orrori della guerra fra gli uomini.