ILSE
IL CONTE
DIAMANTE
CROMO
SPIZZI
BATTAGLIA
SACERDOTE
LUMACHI
COTRONE
QUAQUEO
DUCCIA DOCCIA
LA SGRICIA
MILORDINA
MARA MARA
FANTOCCIO e VOCE
FANTOCCIO e VOCE
MADDALENA
IL RAGAZZO
UNA MADRE
sabato 30 ottobre 2010
domenica 31 ottobre 2010
lunedì 1 novembre 2010
venerdì 5 novembre 2010
sabato 6 novembre 2010
domenica 7 novembre 2010
venerdì 25 novembre 2011
sabato 26 novembre 2011
domenica 27 novembre 2011
Villa Malagola
venerdì 15 giugno 2012
Via Faentina nord, 292
Godo, Ravenna
Regia: DANIELE PORISINI
Assistente alla regia: Francesca Ascari
Scenografia: Elena Bandini
Maschere realizzateda:
Daniela Balella, Claudia Zanotti
Al mito de "I giganti della montagna", rimasto incompiuto, Pirandello aveva cominciato a pensare fin dall'estate 1928, ma solo tra il 1931 e il 1932 ne pubblicò un atto con il titolo "I Fantasmi" su due riviste " La Nuova Antologia", e " Il Dramma".
Un secondo atto, con il titolo definitivo apparve in "Quadrante". Dell'ultimo atto rimane un abbozzo di "sedici righe tracciate su un mezzo foglio di carta formato commerciale". La ricostruzione che di quest'ultimo atto incompiuto ne ha fatta il figlio Stefano, sulla base delle confessione paterne, figura nella prima edizione del "mito" nel vol. X delle "Maschere nude".
"
I giganti della montagna" venne rappresentato+6 postumo il 5 giugno 1937, in occasione del Maggio Fiorentino.
Pirandello segna con "I giganti della montagna" il suo dramma più arcaico: misteriosi elementi fantastici si intrecciano a caratteri di fiaba; elementi della vita si trasfigurano nel ritmo teatrale delle visioni, fino a spingere i protagonisti-attori a chiedersi dove sia la verità.
Mettere in scena questo testo oggi, significa soprattutto legarlo alla contemporaneità, alla società attuale, alla nostra storia. Significa anche non dimenticare che, pur trattandosi di un Mito, "I giganti della montagna" raccontano delle concrete storie di esseri umani co un'analisi chiarissima dello stato dell' arte. Pirandello delinea una visione profetica della situazione nella quale il teatro si trova attualmente e ne denuncia il tramonto e la crisi: marginalizzato da forme più tecnicamente sofisticate di spettacolo ma non per questo indebolito nella potenza comunicativa.
Questo testo, fino a oggi, non è mai stato rappresentanto a Faenza.